Guerra in Ucraina. A rischio (anche) la vita degli animali

Intrappolati tra le macerie, abbandonati per strada, a guardia dei cadaveri dei loro proprietari, feriti, torturati. È impressionante quante storie della guerra in Ucraina riguardino gli animali le cui morti non compaiono nelle cifre ufficiali. Vittime inconsapevoli di un conflitto che dura da quasi un anno, la loro sorte è ancor più straziante – se possibile – di quella degli esseri umani.

«Solitamente in guerra gli animali domestici vengono abbandonati dai proprietari in fuga, quelli selvatici uccisi accidentalmente dai bombardamenti mentre il bestiame viene preso di mira o lasciato morire di fame per privare il nemico di cibo e reddito»

spiega Oleksandr Todorchuk co-fondatore insieme a Olga Chevganiuk di UAnimals, organizzazione ucraina che dal 2016 si occupa della protezione degli animali e dal 24 febbraio è focalizzata sul salvarli dalle conseguenze della guerra.

Oleksandr Todorchuk, cofondatore del movimentoprotezione animali UAnimals 

I dati raccolti dagli ecologisti ucraini sono allarmanti: dall’inizio del conflitto sono morti oltre 6 milioni di animali domestici, oltre a un 1 milione di animali selvatici. I russi hanno occupato 12 parchi nazionali e bombardato 3 zoo (tra cui quello di Mykolaiv con 4000 animali, il più grande del Paese), distrutto centinaia di allevamenti, canili e fattorie. I missili infatti non risparmiano neanche gli animali da allevamento, come le galline dell’azienda Avangard, la prima per produzione di uova in Ucraina, morte per denutrizione: gli scontri nella regione di Kherson, nel sud del paese, hanno impedito che arrivasse il mangime.

Distruzione di ogni forma di vita

«Non stiamo parlando degli effetti collaterali di ogni guerra, bensì della distruzione di proposito dell’intero ecosistema ucraino: si chiama “ecocidio”», sottolinea Todorchuk che con una petizione di UAnimals su Change.org ha richiamato l’attenzione internazionale su quest’emergenza (#StopEcocideUkraine). «A riprova dell’ecocidio in atto – prosegue – molti animali vengono uccisi senza un motivo, per divertimento o sadismo. I soldati russi in ritirata spesso lasciano dietro di sé i cadaveri crivellati di proiettili non solo di cavalli e bovini, ma anche di cani da compagnia. In qualche caso i nostri volontari hanno anche trovatotracce di torture, come per esempio zampe tagliate e crocifissioni sugli alberi».

Crudeltà gratuite che fiaccano il morale degli ucraini, alcuni dei quali al contrario, a
dimostrazione del profondo legame con gli animali domestici, preferiscono rimanere
nelle zone di guerra pur di non abbandonare i propri “amici” a quattro zampe.
Aiutati da centinaia di volontari che rischiano la vita per portare in salvo gli animali,
anche a costo della vita. Come nel caso di sei dipendenti dello zoo Feldman di
Kharkiv, uccisi dai missili che lo scorso marzo hanno colpito e messo in fuga decine
dei 2000 esemplari presenti, tra lupi rossi, scimmie e procioni.

Volontari & donazioni

Olga Chevganiuk, cofondatrice di UAnimals che dal 2016 si batte per i diritti degli animali

«Ecoparchi e rifugi possono resistere solo grazie all’aiuto dei volontari che affrontano ogni giorno complicati problemi logistici», assicura Olga Chevganiuk di UAnimals. «I nostri attivisti sono un centinaio, alcuni in qualità di avvocati e copywriter mettono in comune le competenze professionali, altri si occupano dei
social e raccolta fondi (raccogliamo circa 190 mila euro al mese, per lo più tramite Facebook, Instagram e Patreon da parte di singoli, ucraini e stranieri), distribuiscono medicine e cibo sul territorio, si occupano di curare gli animali e di ricostruire i rifugi distrutti».

«In questo momento per esempio – continua Olga – stiamo acquistando dei generatori in modo che stalle e canili possano sopravvivere ai continui black out. Inoltre per il crescente numero di animali randagi, con i proprietari in fuga e i rifugi ormai al completo, UAnimals ha avviato un programma gratuito di sterilizzazione attivo in più di 30 città». Ma a parte tutto «la parte più orribile è quando non si riesce a raggiungere un luogo in cui si sa che gli animali stanno soffrendo».

Il coraggioso compito della “squadra di evacuazione”

Al momento sono quattro le persone che scortate dai militari ucraini si spingono nei territori occupati o sotto i bombardamenti, dove per paura nessuno vuole andare, per mettere in salvo per esempio dei gattini caduti per le forti piogge nel fiume Dnipro, nell’est del Paese, o un cane incastrato per 5 mesi (e poi liberato!) nel sistema fognario di Zaporizhya.

«Le storie che mi sono rimaste più impresse – conclude Oleksandr Todorchuk – riguardano proprio i militari che nonostante siano costantemente a rischio si adoperano per salvare ogni forma di vita. Un mese fa per esempio ci hanno chiamato dopo aver avvistato un orso chiuso in un recinto, ferito da un proiettile. Sono rimasti lì accanto finché non siamo riusciti ad arrivare, riuscendo a salvare oltre all’orso anche altri animali colpiti nelle vicinanze».

Guerra in Ucraina. I missili infatti non risparmiano neanche gli animali da allevamento come questi maiali
I missili non risparmiano neanche gli animali da allevamento come questi maiali

Un bilancio, fin qui

Dall’inizio della guerra gli attivisti di UAnimals hanno salvato più di 1000 animali. Tra questi 400 selvatici (incredibile quanti leoni vengono allevati in case private!) sono stati trasferiti in Polonia, Spagna, Francia e Sudafrica dopo esser stati riabilitati nel centro di soccorso Natalia Popova. Purtroppo mentre le organizzazioni ambientaliste studiano come far rientrare nei crimini di guerra anche gli attacchi a zoo e rifugi in Ucraina il numero degli animali in pericolo aumenta di giorno in giorno. Soprattutto ora, in pieno inverno.

 

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«È incredibile quanti leoni in Ucraina vengono allevati in case private!», dice Olga Chevganiuk di UAnimals, associazione ucraina in difesa degli animali
Incredibile quanti leoni in Ucraina vengono allevati in case private. Alcuni di questi sono stati evacuati in Spagna, Francia e Sudafrica

 

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