Nonostante le temperature sotto zero «protestiamo contro la corruzione. Nello specifico, contro il governo guidato dai Social Democratici del partito PSD, che appena insediato ha approvato un decreto urgente che permette loro di sottrarre fondi pubblici fino a 45 mila euro senza conseguenze legali di sorta» spiega Cosmin, 47. Il decreto “salva-corrotti” è stato firmato il 31 gennaio a tarda notte. Pochi minuti dopo i primi 15 mila erano già in strada al grido di “la situazione è così grave che anche gli introversi scendono in piazza”. Nonostante, dopo 4 giorni di proteste (in modalità pacifica, tra slogan e migliaia di luci dei cellulari accese all’unisono), il governo abbia ritirato il decreto la maggior parte dei ragazzi dell’anticipata “primavera romena” non si arrende. «Vogliamo le dimissioni dell’esecutivo», precisa Catalina, 30 anni, che con una laurea in chimica e un master in Uk in patria non ha trovato un impiego adeguato. «È terribile guardarsi allo specchio e sentirsi impotenti. Ora, più che mai, dobbiamo agire uniti per difendere la giustizia».
Il loro eroe è un magistrato donna, Laura Codruta Kovesi, 44 anni, da 3 a capo della DNA, la direzione nazionale anticorruzione. La corruzione stritola molti aspetti della vita sociale (vi ricorda qualcosa?) «Non c’è giorno in cui il figlio di un senatore non ottenga un lavoro senza concorso o graduatoria. Devi pagare tangenti per passare un esame a scuola o avere un trattamento decente in un ospedale pubblico. Per assurdo i medici che non accettano soldi extra sono i meno rassicuranti. I pazienti infatti pensano che se un medico rifiuta la “mazzetta” è il segno che sono considerati malati terminali», spiega Chiriac Corin, 39 anni, pubblicitario. «La corruzione è ovunque – conclude Ioana, 42, a capo di 30 dipendenti. Ma qui, stiamo parlando della nostra ultima possibilità di democrazia, prima di ripiombare in altri 25 anni di buio, nelle mani di un piccolo gruppo di corrotti». I Millenials romeni conoscono la Storia. E vogliono cambiarla.